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Brexit, secondo Osborne il paese sarebbe “più povero per sempre”

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Con il termine Brexit si indica la possibile uscita della Gran Bretagna dall’UE. Coniato sulla base del tanto famoso Grexit, un acronimo tra Greece e exit, che stava ad indicare la possibile uscita della Grecia dall’UE e dalla moneta unica, il Brexit spaventa molto, non solo il paese britannico e l’Europa, ma tutto il mondo in generale.

Come detto più volte in passato, il Brexit farebbe entrare il Regno Unito in un tunnel incognito, sconosciuto, un’avventura che non è mai stata pensata prima.

George Osborne, cancelliere dello Scacchiere, ha detto che il Brexit porterebbe il paese ad uno stato di “povertà permanente”. Non una crisi passeggera in attesa di riorganizzarsi, dunque, ma l’entrata in scenari economici di difficile immaginazione, se non per il loro stato negativo, e in grado potenzialmente di diminuire la qualità della vita di qualunque britannico.

A fare eco alle voci di Osborne arriva anche il Ministro del Tesoro Italiano Piercarlo Padoan, il quale ha affermato che l’uscita dall’UE rappresenterebbe un danno economico non da poco, non solo per il Regno Unito, ma anche per l’UE, la quale si troverebbe a dover affrontare una vera e propria disfatta economica. Ai due si è unito anche il Ministro dell’Economia Francese, Emmanuel Macron, il quale ha affermato che la Gran Bretagna uscirebbe distrutta dal Brexit perché la sua forza commerciale deriva solo dal fatto che fa parte dell’UE.

Siamo di fronte a scenari che è difficile prevedere, se non addirittura impossibile. Quel che è certo è che se gli inglesi dovessero votare per abbandonare l’UE al referendum del prossimo 23 giugno, il paese britannico si troverebbe di fronte a tre scelte:

  • entrare nello Spazio Economico Europeo, come la Norvegia;
  • negoziare un accordo bilaterale con l’UE, come Svizzera o Canada;
  • restare membro del WTO ma non negoziare alcun accordo con l’UE.

I costi che il paese si troverebbe ad affrontare sarebbero in ogni caso altissimi: le stime parlano di 20 miliardi di sterline nel primo caso, 36 miliardi nel secondo a 45 miliardi nel terzo.

Questo conferma i timori di Osborne: quale che sarà la scelta del Governo su come agire nel post-UE, alla fine si avrebbe una Gran Bretagna più povera, con meno business e meno investimenti.


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